Lille

5 Maggio 2017 - 7 Maggio 2017

"Prendi un giorno di ferie. Il tuo compleanno lo festeggiamo da qualche parte in Europa".

Sorpresa è la parola che meglio di altre riesce a seminare il panico in un ingegnere. Adoro la sua espressione destabilizzata mentre tenta di articolare discorsi di senso compiuto, di appigliarsi a qualche sconosciuto principio matematico che spieghi l'imprevedibilità degli eventi, ma non trova nulla da dire.

Al posto del solito buono da spendere in libreria, prendo in mano le redini delle celebrazioni e con un click prenoto un volo per Lille, destinazione che ad Ale rimarrà ignota fino all'arrivo in aeroporto.
Poi, appunto, il sorriso di chi scopre che sta per andare a Nord, sul confine tra Francia e Belgio, in quella che viene definita la capitale delle Fiandre.

Devo essere sincera: trattandosi di un viaggio-regalo-sorpresa e dovendoci lavorare in totale solitudine, mi sono un po’ lasciata andare e sono arrivata ad una settimana dalla partenza senza aver organizzato nulla. Ho giusto il tempo di stampare le carte d’imbarco, la prenotazione dell’hotel e raccogliere qualche informazione di massima sulla città e i suoi principali punti di interesse.

 (Vicolo, Vieux Lille)

Mi faccio una rapida idea di ciò che potrebbe interessarci: scovo il Musée de l’Hospice Comtesse, molto raccomandato


(Muséè de l'Hospice Comtesse)

e il Musée des Beaux Arts, il secondo museo di Francia dopo il Louvre. Effettivamente si tratta di una bella scoperta. Anche se le collezioni non si possono certo paragonare ad altre già viste e ben più conosciute, ci sono pezzi che da soli valgono l’intera visita, così come la stessa struttura che lo ospita, un’opera d’arte in sè, di notevole pregio.
E poi, come al solito, ci divertiamo ad osservare le opere di arte contemporanea, che qui non sono raccolte in una sezione apposita, ma audacemente mischiate con quelle di arte antica e moderna. Cerco di cogliere le espressioni ipnotiche sul volto di Ale e iniziano i teatrini buffi di botta e risposta...

 (Musée des Beaux Arts)

 (Musée des Beaux Arts, perplessità con pentole, installazione)

 (Musée des Beaux Arts)

 (Musée des Beaux Arts, chissà cosa ci sarà dentro)

 (Musée des Beaux Arts, chissà se puzzano)

(Musée des Beaux Arts, chissà se si può mangiare)

Scopro che Lille è la città natale del generale Charles de Gaulle e so immediatamente che visitare la casa dove è stato dato alla luce farà la felicità di Ale.

Place de Gaulle (la Grand Place) è notevole. Non come quella di Bruxelles, che per me rimane la piazza più bella del mondo, ma si tratta comunque di uno spazio di notevole meraviglia, sia per il significato simbolico degli edifici che la circondano (vedi il palazzo de La Voix du Nord, unico quotidiano della Resistenza francese) sia per il loro valore meramente estetico (vedi la Vieille Bourse). Sul retro della piazza svetta la torre della Camera di Commercio.

 (Place du général de Gaulle, Grand Place)


(La Voix du Nord)


(Place du général de Gaulle, Grand Place)

 (Place du général de Gaulle, Grand Place, particolare)

 (Place du général de Gaulle, Grand Place)

 (La Vieille Bourse, Place du général de Gaulle, Grand Place)

  (La Vieille Bourse, mercatino)

  (La Vieille Bourse, chi cerca trova)

  (La Vieille Bourse, la pupa e i gangster)

  (La Vieille Bourse, strategie)

 (Camera di Commercio)

 (La Vieille Bourse, facciata, particolare)

 (Place du Théatre, edifici, particolare delle facciate)


(Place du Théatre, la Vieille Bourse)

 (Camera di Commercio, particolare)

 (Camera di Commercio, particolare con luna)

 (Rue de Courtrai, particolare)

Lille è una città di vento e di freddo, anche a Maggio. Piccola, graziosa, armonica nei suoi edifici di diverse epoche storiche, dal XV secolo all’Art Noveau.

(Edificio, facciata, particolare)


(Edificio, facciata, particolare)


(Edificio, facciata, particolare)


(Edificio, facciata, particolare)


(Place du Théatre, edifici)


(Rue de la Clef, edifici)


(Place Rihour)

Ci colpiscono gli scorci; basta perdersi tra le vie della Vieux Lille ed esercitare due capacità che abbiamo imparato col tempo: voltarsi a guardare ciò che ci si è lasciati alle spalle e non scordarsi mai di guardare in alto.

 (Rue Royale)

 (Rue de la Monnaie)

 (Rue de la Clef, particolare)

(Vicolo, Vieux Lille)


(Vicolo, Vieux Lille)

 (Rue de la Clef)


(Place Rihour, edifici, particolare)


(Vicolo, Vieux Lille)


(Rue Faidherbe)


(Rue de Paris)

Nel nostro giro randomizzato, Ale, che per la cronaca non distingue nulla di chiaro a 20 cm di distanza senza occhiali, improvvisamente si blocca in mezzo a Rue de Esquermoise e indica senza fiatare un'insegna dall'altra parte della strada: Meert, pâtisserie chocolaterie confiserie, Depuis 1761.
Incolliamo i musi alla vetrina, una concentrazione di dolcezze senza precedenti, raffinate, belle, eleganti. Entriamo nell'adiacente negozio monomarca, che oltre ad essere un attentato al portafogli, lo è anche a Colesterolo & Co. Intravediamo la sala da the e visto che da qualche parte nel mondo è sempre l'ora del the, Ale dice: "Entriamo". 
Che non è una domanda. E non prevede fasi interlocutorie o trattative di alcun genere.
Ci fanno accomodare. Noi, come al solito, ci distinguiamo: sono tutti stirati e profumati, pure i camerieri che sono fotomodelli, pare di stare sul set di una soap opera. La signora seduta al tavolo a fianco prende appunti su un taccuino, charmant. Il tizio di fronte legge con disinvoltura una rivista di lifestyle, in particolare su barche e yatch. Noi ci muoviamo con i nostri zainetti, i giacconi dai colori improbabili e i pile della Decathlon comprati in saldo. Apriamo il menù e la prima cosa che penso è che un the e una fetta di torta qui ci costeranno quanto una cena da Marchesi. Ale mi legge nel pensiero, mi guarda: "Tranquilla, Ele. Tutto quello che abbiamo risparmiato scegliendo l'Ibis Budget lo bruciamo qui".
Ecco. Adesso sì che mi sento tranquilla.


(Meert, Rue Esquermoise)


(da Meert, ho stile da vendere)

Anche questa volta decidiamo di goderci il panorama della città dall’alto della torre del Municipio: 104 metri costruiti a fatica e dichiarata patrimonio Unesco. Saliamo i primi 100 gradini a piedi, il resto lo fa l’ascensore. Ma per i più audaci (che non siamo noi) la si può fare anche tutta a piedi.

 (Panorama della città)

 (Porte de Paris)

 (Panorama della città)

 (Beffroi de Lille)

La vera disgrazia dei viaggiatori bibliofili, oltre la dipendenza dai viaggi e la passione per i libri, è l'incontro con librerie come "Autour du monde", dove le due monomanie si incontrano e si riconoscono. 
E allora sono guai. 
Guai seri.


(Autour du Monde, Librairie de voyage, Rue de Paris)

(Autour du Monde, Librairie de voyage, Rue de Paris)

 
(Autour du Monde, Librairie de voyage, Rue de Paris)

 (Geek shop, stormtrooper e il maestro Yoda)

Una delle cose più belle delle stazioni e degli aeroporti sono le persone che si salutano. 
Invisibile è il filo dei pensieri​ che fa immaginare i legami esistenti tra quelli che, per me, sono due sconosciuti: amiche che si lasciano prima di una lunga assenza o dopo un fine settimana assieme, innamorati la cui storia sopravviverà alla polvere che la lontananza e il tempo depositano sulle relazioni o che finirà invece nel giro di pochi mesi, persone le cui vite si sono incrociate per un momento, che probabilmente si scriveranno ancora qualche email e che finiranno per non rivedersi mai più.

È come guardare "le luci nelle case degli altri" e immaginare le stanze che illuminano. 

(Visioni)




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