Helsinki

5 Gennaio 2018

(L'alba da Kauppatori, piazza del Mercato)

Helsingi.
Come lo scrivono qui, in Estonia.
Facciamo una gita fuori porta, andata e ritorno in giornata: 75 km in nave e siamo nell'amica Finlandia.
Non si può neppure dire che la partenza sia all'alba perché è praticamente notte: andiamo a piedi al porto, sotto una pioggerellina fine fine mica tanto. Aspettiamo la partenza prevista per le 7:30. Stiamo cercando di capire come sbrigare la faccenda "colazione a buffet" che abbiamo avuto la previdenza di acquistare direttamente con il biglietto. Ci dicono di accomodarci al piano di sopra.
E ci si apre un mondo.
Una sala colazioni da urlo: nel vero senso della parola. 
Pancetta, bacon, uova strapazzate, salsicce, cetrioli, salmoni e aringhe (marinate, affumicate, a bagno maria, al vapore, stufate, essiccate) fanno un sonoro gesto dell'ombrello a croissant, pane caldo e marmellate. 
Il Piemontese è il vero viaggiatore e si adegua senza problemi. 
Io difendo l'idea che la salsiccia stia bene solo nel risotto giallo alla milanese e che le aringhe e i salmoni siano elementi tollerabili, al massimo e in via del tutto eccezionale, nell'ambientazione di un giallo della Holt o della Läckberg.

 (A bordo)

 (Colazione) 

La nave inizia a muoversi. Si parte.
E' la nostra prima volta: siamo circondati dal buio.
Poi a poco a poco si intravede una luce all'orizzonte. 
Alle 9:00 l'alba infiamma il cielo e regala sfumature rosa al mondo.
Manco a dirlo attracchiamo alle 9:30. Puntualissimi. Qui non scherzano.


(Alba dalla nave)

Ad Helsinki il 5 gennaio fa freddo.
Molto freddo.
Che può sembrare una banalità, ma non lo è se devi scrivere un post sulla città.
Il freddo rende l'aria tersa, intirizzisce i muscoli se non sei ben coperto. Hai una percezione del corpo differente e che fa la differenza. Non ragioni e non riesci a mettere in fila i pensieri. Ti si gelano perfino i sentimenti.
Se invece hai la fortuna di esserti bardata a dovere (calzamaglia, calze in cachemere a doppio strato, supermaglia della salute in pile, pile, giaccone, cappello, guanti, sciarpa), riesci a goderti la bellezza dei colori, del vento che sferza la superficie del mare, le prodezze delle architetture avveneristiche, i giochi coraggiosi del vetro e delle luci, la perfezione degli edifici Art Noveau.
Siamo in uno dei Paesi più all'avanguardia rispetto ai diritti, di qualunque tipo di diritto si tratti, da quelli più importanti a quelli residuali. Qui non importa il genere o il colore della tua pelle, la religione che professi o il tuo orientamento sessuale, quali abiti indossi o quale lingua parli.
Siamo nel Paese dove a gennaio trovi gente con le maniche corte sotto il giubbotto col rivestimento in pelo.
Siamo nel Paese del Wi-Fi nelle chiese (dove vengono allestiti concerti e improvvisate discoteche), dei vichinghi con le ciabatte.
Siamo nel Paese dove le lingue ufficiali sono finlandese, svedese, rom e lingua dei segni (più inclusivi di così...).
Siamo nel Paese dove sono tutti bellissimi e fichissimi, sia i metallari tatuati dai capelli lunghi che gli impomatati dai vestiti firmati.

(Mi scappa la pipì)

 (Vetro, alluminio, cemento)


(Johanneksenkirkko)

(Johanneksenkirkko, interno)

 (In città)

 (Esplanadi)

(Kauppatori, piazza del mercato, generazioni a confronto)

 (Alba dalla piazza del Mercato)

 (Alba dalla piazza del Mercato, particolare)

(Sauna all'aperto, Kauppatori) 

(A cosa pensi?) 

 (Alba dalla piazza del Mercato)

 (Alba dalla piazza del Mercato)

 (Alba dalla piazza del Mercato)

 (Alba dalla piazza del Mercato, particolare)

 (Alba dalla piazza del Mercato, particolare)

(Helsingin tuomiokirkko, Cattedrale di Helsinki, veduta dalla cattedrale Uspenski) 

(Cattedrale Uspenski) 

 (Cattedrale Uspenski)

 (Cattedrale Uspenski)

 (veduta dalla cattedrale Uspenski)

 (Il Piemontese è ovunque)

 (Helsingin paarautatieasema, stazione ferroviaria)

 (Un giro in centro)

 (Edifici, particolare)

 (Helsingin tuomiokirkko, Cattedrale di Helsinki)


(Veduta dalla Helsingin tuomiokirkko, Cattedrale di Helsinki)

 (Un giro in centro)

 (Aleksinterinkatu, edifici, particolare)

 (Helsingin paarautatieasema, stazione ferroviaria)

 (Mannerheimintie)

  (Aleksinterinkatu)

 (Edifici, particolare)

 (Temppeliaukion kirkko, chiesa nella roccia)

 (Temppeliaukion kirkko, chiesa nella roccia)

La città è economicamente impegnativa, ve lo diranno tutti. Ma visto che siamo qui solo per una giornata decidiamo di fare i brillanti, vada come vada. Per pranzo ci accomodiamo in uno di quei locali alla moda dove regna lo stile casual chic: il design la fa da padrone, un arredamento curato, raffinato, con quel gusto per l'accoglienza calda e avvolgente che hanno qui al Nord.
Luci soffuse, musica jazz in sottofondo, piatti della tradizione finnica rivisitati con charme alternativo da un cuoco fotomodello, completamente tatuato, che sorride dalla cucina a vista.
Il conto è il più salato che io abbia mai pagato in tutto il nostro girovagare. Nemmeno quando mia mamma ha organizzato il pranzo della comunione al Saint George Premiere ha speso così tanto per 20 invitati.
Ma noi usiamo tutti e 32 i denti e sorridiamo disinvolti.
E poi i bagni sono un inno alla degenderizzazione degli ambientiuomini e donne condividono gli stessi spazi, un enorme lavandino in marmo al centro, con uno specchio su entrambi i lati. Io sono già in visibilio. Vorrei prostrarmi ai loro piedi e chiedere di essere adottata, lanciare una ola da dentro la toilette, ma sono da sola. Insomma, pago pegno con soddisfazione.
Quindi chiudiamo tutti e due gli occhi sul conto. Anzi, già che ci siamo, facciamo i signori e lasciamo pure la mancia.

 (Ristorante, interno)

 (Ristorante, interno, particolare)

(Toilettes degenderizzate, che passione!)

Nelle poche ore di luce che governano questa parte di mondo, cioè tra le 9 e le 15:45 circa, ci diamo da fare: maciniamo chilometri su e giù per la città.
Poi torna il buio. Si accendono le luci alle finestre delle case. Facciamo un giro al mercato coperto, che è sempre un luogo affascinante, a qualunque latitudine; acquistiamo il solito appiccichino per il forno e la solita palla ed è già tempo di tornare verso il porto, al terminal degli imbarchi.

 (Kamppi)

(Kamppi) 

 (Kauppatori, piazza del Mercato)

(Kauppatori, piazza del Mercato)

(Porto di Helsinki)

Sulla nave del ritorno tutta l'atmosfera di ordine, gentilezza e bellezza di Helsinki svanisce: un generale stato di imbruttimento si impossessa delle persone, che si accasciano sui divanetti, condividono bottiglie di Jagermeister a fiumi, ciarlano, fanno rumore (sempre meno degli italiani, sia chiaro. E poi questi sono russi).

 (Imbruttimento)

(Imbruttimento)

Noi invece non cediamo all'imbruttimento: brilliamo del riflesso di meraviglia finlandese, quello stesso riflesso di perfezione patinata che permea tutti i cataloghi dell'Ikea (sono pur sempre scandinavi in fin dei conti) e che ti fa sembrare assolutamente indispensabile quell'oggetto che, una volta comperato, non ti capaciti del perché faccia così schifo piazzato lì, nel salotto di casa tua.



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