Il Sistema è crashato - Verso il Tajikistan

2 Agosto 2019 - 23 Agosto 2019

(Noccioline al sale d'Aral e antrace)

Dopo cataclismatiche peripezie con la compagnia di bandiera russa, ci siamo convinti a provare qualcosa di diverso, vincendo le nostre nevrosi (soprattutto le mie) e abbandonando la nostra comfort zone (soprattutto la mia).
Ci pensiamo a lungo: in fondo ci spiace non poter fare un salto a salutare i nostri amici di Mosca Sheremetyevo che ancora hanno stampate negli uffici dello scalo moscovita le foto delle nostre facce quando siamo riusciti a perdere un volo pur essendo comodamente seduti in aeroporto: in birreria però e non davanti al gate come sarebbe stato ovvio.
Prendiamo il coraggio a due mani e, complice un ripensamento globale dell'itinerario di viaggio, decidiamo per un volo Uzbekistan Airways. Diretto da Milano.
E quando ci ricapita?
In fondo è semplice come bere un bicchiere d'acqua, no? Imbrocchi il sito dell'Uzbekistan Airways, scegli dal menù la sezione "acquista i biglietti", inserisci i dati e paghi.
Se non fosse che a Est (anche virtualmente) le cose si fanno più complicate: quindi può capitare che proprio dopo che hai cliccato su "procedi con il pagamento", il sito non risponda più e tu rimanga lì come una fessa, senza biglietti e con 1100 euro in meno sulla carta di credito.
Contatta il call center della compagnia aerea in Uzbekistan, chiama l'ufficio uzbeko - che ha orari che nemmeno l'INPS a ferragosto - e l'ufficio italiano a Malpensa, parla con la banca, comunica con la carta di credito: insomma un giro di mail e telefonate che vengo insignita ad honoris causa del titolo di "recupero crediti migliore dalla val padana alla penisola della Kamčatka".
Perciò quando comunicano che Linate chiude per ristrutturazione, quando favoleggiano di code chilometriche per accedere ai terminal di Malpensa e si scatena un delirio che nemmeno a Ulan Bator nell'ora di punta, noi rimaniamo calmi perché è ordinaria amministrazione.
Con la flemma di chi conosce i propri polli a est del Caspio, si decide per una partenza tattica 6 ore prima del volo per poter essere tra i primi al check in. Facciamo addirittura in tempo ad intrattenerci con Francesca e Andrea, gli altri due sciamannati del Gruppo Viaggiatori AnzianiⓇ, in partenza per il Caucaso.

(Gruppo Viaggiatori Anziani Ⓡ)

 (Gruppo Viaggiatori Anziani Ⓡ)

(Pre-partenza)

Con la stessa flemma, non facciamo un plissé quando, non appena approdati, soddisfatti e baldanzosi, al banco di accettazione, l'addetta, dopo nemmeno trenta secondi dall'inizio delle pratiche di check in, esordisce con "Il sistema è crashato".
Io la guardo e sorrido, azzardo anche un "nessun problema" quando invece vorrei catapultarmi al di là del banco, sdraiarmi sul rullo trasportatore dei bagagli e urlare come una forsennata.
Ma non faccio una piega.
Anna dai capelli rossi dice che il problema verrà risolto in cinque minuti.
I cinque minuti diventano venti, poi trenta, poi quarantacinque, sessanta, per finire con un ottanta, tombola! mentre personaggi improponibili, che sembrano usciti da un film del cugino uzbeko di Emir Kusturica, sfilano davanti a noi con pacchi di cartone ricoperti di nastro adesivo e valigie finta pelle rossa pitonate.
Alla fine riusciamo a completare le operazioni e possiamo andare ad imbarcarci.

(Ce l'abbiamo fatta. Forse)

Il Boeing 767 è tenuto insieme con l'attak.
L'interno sembra un negozio di arredamento degli anni Cinquanta, con la moquette e i sedili impregnati di quell'odore che solo le cose vecchie riescono ad avere. 
Una hostess offre bicchieri con un liquido trasparente, "vodka" (penso io), il mio viso si illumina e sono già felice. Il tempo di un sorso e la felicità scompare: è acqua.
Poi arrivano le cuffie (a doppio spinotto come si usava vent'anni fa) per ascoltare le indicazioni sulle misure di sicurezza che passano sugli unici due schermi presenti nei corridoi e per il film in lingua uzbeka con sottotitoli in russo, il solo disponibile, senza appello, e che dopo due minuti comunque si interrompe.
Al secondo giro, assieme alla coca ci omaggiano di un pacchetto di noccioline, quelle che si danno alle scimmie e che si distribuivano, sempre vent'anni fa, con le cuffie a doppio spinotto di cui sopra. Sono così stantie che possono essere solo originali dell'epoca. Le hanno conservate apposta e le hanno aromatizzate con sale del mare d'Aral e antrace.
"Ale, se mangiamo questa roba come minimo ci prendiamo qualche malattia", dico al Piemontese.
"Ele, è da tre anni ormai che abbiamo preso questa malattia", risponde con la solita impassibilità, ingollandosi l'ultima nocciolina.

 (Somewhere over the rainbow)

(Somewhere over the rainbow)



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