Ashgabat, i matrimoni e la bellezza

"Se volete vedere Carrara, venite ad Ashgabat".
Questo è quello che dice scherzando Jabbar, che dopo John Locke e Walter White è la persona verso cui nutriamo stima illimitata.

(Moschea di Gypjak - Turkmenbasy Ruhy)

 
(Moschea di Gypjak - Turkmenbasy Ruhy)

Gli edifici della capitale del Turkmenistan sono costruiti tutti (e dico tutti) in marmo di Carrara. Il bianco è un colore che non trattiene il caldo, ma lo riflette. Il bianco è anche il colore simbolo della purezza, secondo l'antichissima religione zoroastriana.

Oggi la città è divisa in due parti: quella vecchia, cioè quella sovietica, e quella nuova, costruita dopo l'indipendenza.
Durante il periodo sovietico i russi avevano imposto il loro modello sociale, economico e culturale, cancellando qualsiasi traccia del passato del popolo turkmeno, "convincendoli" che la loro storia e le loro tradizioni non erano importanti e abolendo qualsiasi tipo di culto.
L'unica cosa rimasta del dominio sovietico è una statua di Lenin in un parco; oltre a lui, troviamo le mitiche donnine addette alla pulizia delle strade in pausa pranzo, che si riposano all'ombra di grandi alberi, ciacolando e ridendo tra loro. Secondo l'interpretazione più accreditata, Lenin, con il braccio teso, indica la madre patria russa. Ma i turkmeni, che sono un popolo dotato di un grande senso dell'umorismo, scherzando dicono che, in quella posa, il padre della rivoluzione bolscevica stia solo cercando di fermare un taxi.
Effettivamente, a guardar bene...


(Statua di Lenin - comunemente chiamata "Taxi, please")

Dal 1991 i presidenti (due finora) hanno riscritto la storia.
Niyazov, il primo, conosciuto col titolo di Türkmenbasy (padre di tutti i Turkmeni), durante un discorso alla nazione, aveva annunciato al popolo che tutto quello che i russi avevano fatto loro credere non era vero. Che un'identità, storia e tradizioni precise ce le avevano anche loro.
E fin qui a me è parsa una bella cosa.


(Parco dell'Indipendenza, statua di Niyazov, primo Presidente)


(Statua di Gurbanguli, attuale presidente)

Poi però il tipo si è fatto prendere un po' la mano:
1. scrive il Ruhnama, il libro dello spirito o dell'anima, una sorta di compendio della storia, della cultura e delle tradizioni turkmene, reso obbligatorio in tutti gli uffici pubblici e in tutte le scuole, se vuoi diventare medico o prendere la patente.

(Monumento al Ruhnama, libro di Niyazov, primo presidente)

2. afferma che, avendo parlato con dio, chiunque avesse letto almeno 3 volte il libro sarebbe andato in paradiso.
3. nel 2005, dalla base Baikonur in Kazakistan, fa lanciare il suo libro nello spazio, assieme alla bandiera turkmena e allo stendardo presidenziale, come messaggio per gli alieni.
4. rinomina i mesi dell'anno e i giorni della settimana con i nomi dei suoi familiari e degli eroi del Turkmenistan.
5. proibisce il balletto e l'opera.
6. proibisce ai giovani di portare i capelli lunghi e la barba.

La lista delle "stranezze" è ancora molto lunga, ma sono così tante che è impossibile ricordarle tutte.
Nel 2006 muore d'infarto, oggi sottovoce dicono che era un po' pazzo (giusto un pochino, dèh) e che con l'attuale presidente Gurbanguli le cose sono migliorate.
Non fatico a crederci, ci vuole poco.
Poi Jabbar mi informa che ha varato un provvedimento con cui premia le donne che fanno almeno 8 figli.
Come non detto, mi sa che la strada è ancora lunga.

Quindi, premesso che sono governati da personaggi "bizzarri" con note di megalomania e che sono ricchi sfondati grazie all'esportazione di gas naturale, si possono permettere una città tutta in marmo di Carrara, delle tamarrate senza precedenti e certi portoni d'oro che nel sultanato del Brunei, a confronto, sono dei pezzenti.

Dopo la visita ai resti dell'antica città di Nisa, ci dedichiamo ad Ashgabat: bianca, lucente, imponente, maestosa, kitsch, pacchiana a tratti. A tratti molto lunghi.

(Antiche rovine di Nisa)

(Nisa, panorama)

(Sulla strada per Nisa)

(Ashgabat, periferia) 

(Ashgabat, Palazzo dei matrimoni) 

(Ashgabat, strade) 

(Ashgabat, strade) 

 (Ashgabat)

(Ashgabat) 

 (Ashgabat, veduta dal parco dell'Indipendenza)

(Ashgabat, Monumento alla Scienza)

(Ashgabat, Monumento alla Costituzione)

(Ashgabat, Arco della Neutralità)

(Ashgabat, Monumento all'Indipendenza del Turkmenistan o "sturalavandini")

(Ashgabat, Monumento all'Indipendenza del Turkmenistan o "sturalavandini")


(Yadygarlikler toplumy "Halk hakydasy" - memoriale ai caduti della Seconda Guerra Mondiale)

      (Yadygarlikler toplumy "Halk hakydasy" - memoriale ai caduti della Seconda Guerra Mondiale) 

    (Yadygarlikler toplumy "Halk hakydasy" - memoriale ai caduti della Seconda Guerra Mondiale)

 (Moschea di Azadi, cortile interno)

 (Moschea di Azadi, interno)

 (Moschea di Azadi, interno, cupola, particolare)

(Moschea di Azadi)

(Moschea di Azadi)

(Jabbar e il Piemontese)

Pensavo non mi sarebbe piaciuta, ma ha risvegliato in me qualcosa, forse il mio lato trash.
Alcune chicche della città:
1. Le fermate degli autobus sono casette con l'aria condizionata e la TV.
2. Ci sono un sacco di Ministeri: il 90% della popolazione è impiegata dal governo.
3. È assolutamente vietato fare fotografie o riprese video di tutti gli uffici statali e dei ministeri. La ragione è sconosciuta ma se ci provi arriva un militare con il fischietto che ti requisisce il cellulare e ti cancella le foto. Noi siamo riusciti a farne un paio di sfroso dal finestrino della macchina in corsa. Se dopo la pubblicazione di questo post dovessimo sparire nel nulla, lasceremo ulteriori informazioni in una busta sigillata, depositata in una cassetta di sicurezza le cui chiavi saranno custodite in un luogo segreto; le coordinate GPS del luogo potranno essere note solo risolvendo un'equazione differenziale a variabili separabili. Non temiamo nulla, siamo pronti. Il prossimo episodio di Mission Impossible lo giriamo noi.
4. È assolutamente vietato camminare sul marciapiede contiguo al Palazzo del Presidente.
5. La maggior parte degli edifici ministeriali ha la forma della funzione corrispondente. Per esempio, l'edificio del ministero della cultura ha la forma di un libro aperto, il ministero degli esteri ha la forma di un globo gigantesco, il ministero per il gas (sì, qui hanno il ministero per il gas) ha la forma di un accendino e il ministro, schiacciando un bottone, può accendere un'enorme fiamma in cima (non dite nulla, non c'è bisogno).

(Ministero della Cultura e Ministero degli Esteri) 

 (Ministero del Gas)

6. Per la stessa ragione, il padiglione di odontoiatria dell'ospedale ha la forma di un gigantesco molare e quello di oftalmologia, visto dall'alto, ha la forma di un occhio.


(Padiglione di odontoiatria e oftalmologia)

7. Qui hanno l'Ashgabat Eye che al London Eye fa un #ciaone pazzesco: costato 90 milioni di dollari e finanziato dal governo, è la più grande ruota panoramica chiusa al mondo. Ha l'aria condizionata, ma che ve lo dico a fare?


(Ashgabat Eye)

8. La bandiera più grande del Turkmenistan, che si trova in cima ad un palo altissimo, sventola sempre, anche quando non c'è vento: questi furbacchioni, siccome pareva brutto lasciarla penzoloni, si sono inventati un motore, posto alla base del palo, che genera aria, l'aria sale attraverso il palo, esce da dei fori in prossimità della bandiera et voilà... Il gioco è fatto!

(Bandiera del Turkmenistan)

9. Il motto del Presidente è "teniamo la città pulita". L'hanno preso tutti sul serio tant'è che ci sono donnine e omini dappertutto che spazzano le strade: chini, raccolgono anche la minima pagliuzza che porta il vento.
10. Il Presidente vuole una città verde, come il colore della bandiera turkmena: ha fatto piantare migliaia di ginepri e pini, alberi sempreverdi. Che vengono irrigati abbondantemente due volte al giorno.
In mezzo al deserto.
11. Lo standard degli hotel è altissimo. Ci hanno sistemato in una camera fichissima al terzo piano che è di una magnificenza assoluta, vista piscina e palazzo del Presidente. Anche se poi noi, che abbiamo l'animo dei pezzenti e non siamo abituati a certe sciccherie, stendiamo le calze e le mutande lavate sui pomelli dei comodini...
Ci sono bottoni ovunque, per ogni cosa. E robe finto oro dappertutto.

(Nusay Hotel) 

 (Nusay Hotel)

 (Nusay Hotel)

 (Nusay Hotel, breakfast room)

 (Come risparmiare sul laundry service)

(Come risparmiare sul laundry service - capi delicati)

(Nusay Hotel)

12. Il Presidente è onnipresente e sa fare tutto. Le sue foto sono ovunque. Non intendo foto formato cartolina, intendo vere e proprie gigantografie che campeggiano per la strada, sugli aerei, nei musei, nei centri commerciali, negli hotel, sulle facciate delle stazioni ferroviarie, all'ippodromo, allo stadio, in aeroporto. Ti giri e ti ritrovi lui, che ti osserva. Al museo gli hanno dedicato un'intera sezione: ci sono evidentissimi ed imbarazzanti fotomontaggi del Presidente Gurbanguli che prepara la zuppa locale con il contadino in una yurta, lui che va a cavallo, che gioca a calcio, che guida una macchina sportiva, che va in bicicletta, che fa jogging, che saluta i bambini a scuola, che incontra i Capi di Stato, che parla con gli operai, che visita un cantiere, che mangia la frutta, che cammina per strada in tuta da ginnastica. (È un po' come se domani vi svegliaste e trovaste foto di Mattarella dappertutto o come se agli Uffizi gli dedicassero una sala, che ne so, tra quella di Cimabue e quella di Botticelli).
Ormai quando non vediamo la sua faccia per più di 5 minuti ne sentiamo la mancanza, ci chiediamo dove sarà, cosa starà facendo. Ci viene voglia di chiamarlo per sapere se sta bene.

(In hotel, brochure sul Presidente) 

 (Il Presidente su un pannello luminoso per strada, saluta in tuta da jogging)

(Il Presidente sulla facciata della stazione ferroviaria) 

(Il Presidente è con noi al Museo dei Tappeti)

13. In Turkmenistan fanno i tappeti più belli del mondo. 
Mai avrei pensato, in vita mia, di visitare un museo dei tappeti, che nella mia mente ristretta gode della stessa considerazione che ho per i musei di porcellane, il calcio e la Meccanica dei Continui. E invece è stata una scoperta: qui è conservato anche il tappeto più grande del mondo, roba da Guinness dei primati.
14. Se comperi una macchina bianca (come il colore della città) hai diritto ad uno sconto.
15. Se hai la macchina sporca la polizia ti fa la multa.
16. Di sera Ashgabat diventa un luna park, pieno di colori e giochi d'acqua, tutti i monumenti sono illuminati, cambiano tonalità sincronizzandosi tra loro, una roba che a Las Vegas, da quando l'hanno saputo, soffrono del complesso di inferiorità e stanno organizzando uno stage di 6 mesi per recuperare la materia a settembre. Qui è l'Accademia delle Luci e Parigi è la ville lumiere di 'sta cippalippa.

(Ashgabat by night)

(Ashgabat by night, Monumento alla Costituzione)

(Ashgabat by night, Ashgabat Eye)

(Sbilenchi by night, fotocamera su zainetto poggiato a terra)

(Ashgabat by night, Altyn Asyr)

Anche qui, come in Uzbekistan, i matrimoni sono una cosa seria: gli sposi sono vestiti nei tradizionali abiti turkmeni, le macchine sono agghindate con tappeti, frange, nastri, coccarde, statue (a grandezza quasi naturale) che ritraggono i due sposi, gli invitati cantano e ballano intorno a loro, c'è una troupe intera di fotografi e cineoperatori professionisti che scattano fotografie e fanno riprese come se stessero girando a Hollywood. Insomma mettono in piedi un circo che a Secondigliano se lo sognano.
Girando la città ci è capitato di vederne parecchi e ogni volta è stato un cinema.

Il Turkmenistan è l'unico stato dove ai matrimoni le star siamo io e il Piemontese.
Appena si accorgono della nostra presenza:
1. la troupe molla gli sposi e inizia a riprendere noi


(Like movie stars)


(Like movie stars)

2. veniamo coinvolti nelle foto di gruppo, nella foto ufficiale con gli sposi, nella foto coi parenti, nella foto con i cineasti mancati, nella foto con le donne, nella foto con gli uomini, nella foto con gli amici


(Matrimonio, foto di gruppo con intrusa)


(Matrimonio, foto di gruppo con intrusa)

3. tutti vogliono essere fotografati da noi


(Matrimonio, il cuore caldo del Turkmenistan)

(Matrimonio, invitati) 

(Matrimonio, invitati danzanti)

4. i pochi che sanno qualche parola di inglese ci fanno domande sull'Italia. Milano riscuote un gran successo, fashion, trendy (il Piemonte invece non lo conosce nessuno, tiè)
5. Ci invitano al ricevimento, che per la cronaca dura 3 giorni e dimostrano un'ospitalità che sa toccarmi il cuore perché viene davvero dal cuore
6. Ci guardano e ridono. O meglio: guardano il Piemontese e ridono del suo marsupio, del suo cappello da esploratore, delle sue magliette bianche di Sergio Tacchini e dei suoi occhiali da lettura perennemente attaccati al collo.
Di me invece pensano che sono giovane, figa e fotomodella.


(Matrimonio, invitate)

 (Matrimonio, sposi)

A proposito di bellezza, vorrei dire a tutte le belen dei poveri che dalle nostre parti se la tirano, di accendere un cero in chiesa e sperare che le donne turkmene non decidano di trasferirsi oltre il Mar Caspio perché rimarrebbero irrimediabilmente senza lavoro: sono le più affascinanti che abbia mai incontrato, eleganti, fiere, sinuose, colorate, bellissime, di quella bellezza che nasce solo dal mix di tante cose.

Di bellezza ne ho vista tanta da queste parti, non solo nei volti. 
Nel silenzio di una moschea.
Nella fede di una schiena che si piega nella preghiera.
Negli occhi di un incontro casuale.
Nei sorrisi inaspettati.
In un pranzo condiviso.
Nel mantello lucente di un meraviglioso esemplare di Akhal-Teke, il cavallo celeste.
Nelle mani che tessono.
E nella pazienza incastrata nel milione e trecentocinquantamila nodi per metro quadrato di un tappeto turkmeno.
(Campione mondiale, razza Akhal-Teke, i cavalli del cielo)

(Campione mondiale, razza Akhal-Teke, i cavalli del cielo)

(Abiti femminili tradizionali turkmeni) 

(Turkmeni per caso)




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