Mare d'Aral

(Assenza)
L'Aral sta morendo: le sue acque si stanno progressivamente ritirando da quando i russi, negli anni 50, hanno iniziato incoscientemente ad usarle per la coltivazione del cotone. Per porvi rimedio bisognerebbe smettere di coltivarlo per i prossimi 50 anni, ma come al solito si pensa al profitto immediato e non a ciò che lasceremo a chi verrà dopo.
È uno dei peggiori disastri ambientali di tutti i tempi.
E' anche il luogo che riesco a definire meglio solo attraverso l'assenza, guardando i miei piedi che camminano sul fondo di quello che un tempo era un lago tanto vasto che veniva chiamato Mare.

Arriviamo al campo alle 5: due yurte che guardano dritte negli occhi l'Aral, due latrine, un mobiletto con uno specchio, sapone e acqua per la mattina. Ci accoglie Daniel, la faccia scavata dalle rughe, roba che Steve McCurry pagherebbe oro per essere qui e scattargli un primo piano.


(Accampamento sul Mare d'Aral)


(Toilette)


(Acqua e sapone)


(Ciabatte - il Piemontese alla moda uzbeka)


(Con Daniel)


(Amici a difesa dell'accampamento)

(Della vodka, per favore)

(Solo un minuto)

(Sembra, ma non è)

Camminiamo su quello che una volta era il fondo del mare, fino all'acqua. E semplicemente stiamo lì a guardarlo, in silenzio, come si guarderebbe una persona che se ne sta andando e che sai non tornerà più. Vorrei poter riuscire ad immortalare questo non-luogo, a trattenere un po' di questa immensa brutale bellezza che taglia il respiro.

(Mare d'Aral)

(Mare d'Aral)

(Mare d'Aral)

(Mare d'Aral)

(Mare d'Aral, conchiglie, il fondo del mare)

(Mare d'Aral)

(Mare d'Aral, la piccola vedetta lombarda)

(Mare d'Aral)

(Mare d'Aral)

Mentre Daniel prepara il plov per cena, ci godiamo un tè e chiacchieriamo di leggende, viaggi ed esperienze.


(Tè, dolcetti e racconti)

Lui, l'Aral, è sempre lì e ci regala un tramonto struggente, con un vento fresco che inizia a soffiare.

(Mare d'Aral, tramonto)

(Mare d'Aral, tramonto)

(Mare d'Aral, tramonto)

(Mare d'Aral, tramonto)

(Mare d'Aral, tramonto)

(Mare d'Aral, tramonto)

(Mare d'Aral, tramonto)

Come vuole la tradizione uzbeka, all'ospite più anziano spetta lo spezzare del pane, quindi cosa ve lo dico e fare che tocca al Piemontese?
E' sempre lui ad iniziare il giro di vodka prima del pasto facendo un augurio ai commensali.
A turno poi tocca ad ognuno, con un nuovo bicchiere di vodka.
Il Piemontese, astemio a Desio, in Karakalpakstan si scopre un grande amante della bevanda e ne infila una serie con tale audacia e disinvoltura che penso già di cercare il numero degli alcolisti anonimi.

Hanno ragione quando dicono che il plov karakalpako è più buono di quello uzbeko: ne assaggio davvero poco perchè la maledizione di Montezuma mi perseguita ancora, ma non ci sono paragoni.
È una serata perfetta ed è strano come la perfezione non sia mai dove ci aspettiamo e come ce la immaginiamo, ma nasca da un mix di luoghi e persone che il caso mette insieme, dove meno li avresti pensati.

(Mare d'Aral, tramonto)

(Mare d'Aral, tramonto)

Nella yurta la temperatura è ideale, ci infiliamo nei sacchi a pelo e faccio appena in tempo a sentire la risacca dell'Aral in lontananza, che chiama al riposo, prima di chiudere gli occhi.

All'alba l'Aral zittisce tutti, ancora una volta, con la sua bellezza. È bizzarro come un evento così naturale e ripetitivo, ma diverso ogni volta, sia in grado di catalizzare emozioni profonde.

(Mare d'Aral, alba)

(Mare d'Aral, alba)

Salutiamo Daniel e ci rimettiamo in marcia, attraversiamo i canyon e guidiamo su quello che una volta era il fondo del Mare che sta scomparendo.

(Ciao, Daniel!)

(Mare d'Aral)

(Mare d'Aral)

(Trova l'intrusa)

(Antico cimitero sulla via per Moynak)

(Antico cimitero sulla via per Moynak)




🌟🐀